Ci troviamo a Fosdinovo, in provincia di Massa Carrara, più precisamente nella Lunigiana e in quella porzione di territorio toscano forse più sconosciuta ma estremamente suggestiva.
Circondata dalle Alpi Apuane, la Lunigiana è indimenticabile per i suoi paesaggi grezzi e per i miti, oggi scopriamo insieme la leggenda del Castello Malaspina.

Il Castello Malaspina, in particolare, è scelto dai turisti di tutto il mondo per la sua posizione, per le visite guidate al suo interno e per le sue storie, al confine tra fantasia e realtà, che conquistano proprio tutti, anche i più scettici sull’argomento.
La famiglia Malaspina non godeva di una grande fama, anzi, era spesso ricordata per la sua crudeltà e la sua sete di potere. Si narra che lo stesso cognome Malaspina, derivasse da “ah, mala spina”, affermazione esclamata da Teodeberto Re dei Franchi, ucciso nel sonno da Accino Marzio, proprio con una spina nella gola.
Il cognome divenne presto parte del motto di famiglia “Sum mala spina bonis, sum bona spina malis”, una spina che non ferisce i buoni, ma che ferisce i cattivi.

Durante le visite guidate organizzate nel Castello, è possibile visitare la parte esterna, con le sue mura e le sue merlature (non adatta a chi soffre di vertigini o claustrofobia!) e l’interno del Castello con le sue 62 stanze. Tra queste, la stanza dove soggiornò Dante Alighieri, che mantenne sempre un buon rapporto con la famiglia Malaspina e il territorio, e la stanza di Bianca Malaspina che pare abitare ancora oggi le stanze del castello.
Ma lasciatevi ora trasportare dalla storia che stiamo per raccontarvi.
La storia di Bianca Malaspina è una storia d’amore… e di morte. La leggenda narra che la figlia del Marchese Malaspina, la Marchesina Bianca, venne al mondo con una particolarità piuttosto rara per l’epoca. Era affetta infatti da quello che oggi chiameremmo Albinismo e la sua pelle diafana e i suoi capelli eterei la posero al centro delle malelingue di tutta la famiglia e oltre. L’albinismo, all’epoca, non era considerato di buon auspicio e la marchesina fu rinchiusa nelle sue stanze private, lontana da occhi indiscreti, in attesa del matrimonio combinato.
La stessa però conobbe l’amore, quello vero, incontrando lo stalliere del Castello. Ma a quei tempi a nessuno importava dell’amore vero, soprattutto ad un Marchese divorato dall’avidità.
Il Marchese Malaspina, accecato quindi dall’affronto ricevuto, fece rinchiudere e torturare fino alla morte l’amante di Bianca e riservò una fine più crudele alla sua stessa figlia. Bianca Malaspina fu murata viva nei sotterranei del castello, insieme ad un cinghiale simbolo della sua ribellione e ad un cane, simbolo di quella fedeltà assoluta che lei aveva negato a suo padre. Visitare la stanza di Bianca Malaspina è una vera e propria esperienza… soprannaturale. Osservando il soffitto, è possibile scorgere le fattezze di Bianca, di suo padre e dei due animali, in una macchia.
Inoltre, testimonianze affermano che avvicinando una mano al materasso del letto appartenuto alla Marchesina, sia possibile avvertire un movimento simile a quello del respiro. Avvolgendo, invece, il pomello del letto, si potrebbe avvertire il battito cardiaco di Bianca. Un’esperienza davvero da brividi che scuote anche i più diffidenti.

Ma lo spirito di Bianca Malaspina non è l’unica leggenda di questo Castello.
La storia della Marchesa Barbablù è a tinte decisamente più macabre.
Si racconta che all’interno del castello vivesse anche la vedova di Ippolito Malaspina, Cristina Pallavicini, conosciuta per la sua crudeltà e la sua lussuria. Fu chiamata Marchesa Barbablù per le sue somiglianze con il Barbablù più famoso. La stessa, infatti, invitava i suoi numerosi amanti a Castello e, da quel Castello, non facevano più ritorno. Al centro della camera della Marchesa era infatti posizionata una botola, con delle lame molto affilate, dove gli amanti venivano gettati, incontrando la loro morte.
I dettagli della vicenda sono ancora più macabri, tanto che fu rinvenuto un gancio al centro della stanza, al quale si pensa che gli amanti venissero appesi prima di cadere nella botola. Pare che nel Castello risuonino ancora le grida sommesse delle povere vittime di queste crudeltà.
E voi siete appassionati di queste leggende? Siete mai stati al Castello Malaspina di Fosdinovo?
Pinnate il post se vi è piaciuto!