Passeggiando per le vie di Chiavenna, comune lombardo in provincia di Sondrio, è possibile notare un particolare interessante: su diversi portoni possiamo vedere una figura di serpe in ferro al posto del solito battente. Nell’immaginario comune, il serpente è uno dei classici simboli del male, perché allora viene posto a guardia di questi edifici? Scopriamo insieme la leggenda della serpe bianca di Chiavenna!
Molto tempo fa, Chiavenna fu colpita da una vera e propria invasione di moscerini e piccoli insetti. La dimensione della catastrofe era talmente ampia da essere paragonata ad un flagello biblico: i fastidiosi visitatori, infatti, presero d’assalto i raccolti di frutta e verdura con conseguenti effetti negativi per l’agricoltura.
I chiavennaschi cercarono in tutti i modi di liberarsi degli insetti e, non trovando una soluzione efficace, decisero di rivolgersi ad un mago che, secondo le voci di paese, era un potente operatore di sortilegi e magie. Una volta chiesto aiuto al mago, questo, appassionato di enigmi, diede loro una risposta enigmatica domandando loro se avessero mai visto una serpe bianca. Stupiti, i chiavennaschi tornarono a casa pensando che il mago non volesse aiutarli.
La sera dello stesso giorno, il mago si presentò a Chiavenna e radunò subito la gente intorno a sé. La sua richiesta fu quella di allestire un grande falò e, nonostante i mille dubbi e domande che frullavano nella testa dei cittadini, questi lo accontentarono raccogliendo e preparando una catasta di legno.
Il mago appiccò il fuoco e, qualche momento dopo, tirò fuori dal suo mantello uno strano strumento e cominciò a cantare una melodia magica che evocò dalle fiamme un essere misterioso. Inizialmente nessuno riuscì a capire di cosa si trattasse, man mano che prendeva forma, però, la sua identità divenne più chiara: una serpe bianca. L’animale, muovendosi tra le fiamme, attirò a sé tutti i moscerini e gli insetti che furono inghiottiti dalle fiamme sparendo per sempre. I chiavennaschi guardarono il tutto senza proferire parola, stupiti e sbalorditi da quello che era appena successo.
Il tutto, però, non era ancora terminato: il fuoco si fece più vivo e la serpe, agitandosi, si sporse verso il mago e lo afferrò trascinandolo in mezzo alla fiamme. Le due figure iniziarono ad ardere e consumarsi nel fuoco finché non ci fu più traccia di nessuno dei due e le fiamme si spensero lasciando posto a dei tizzoni fumanti.
A quel punto, i chiavennaschi non sapevano cosa pensare: erano allo stesso tempo sollevati per la fine dell’infestazione degli insetti e dubbiosi per la sorte del mago. Il dubbio principale era uno solo: cos’era quell’essere misterioso e, soprattutto, cosa significava? Parte della popolazione era convinta che la serpe bianca fosse la rappresentazione fisica della forza magica evocata dal mago, altri, invece, pensavano che il serpente fosse una punizione per il mago perché il suo intervento era, probabilmente, un modo per impadronirsi della città.
In entrambi i casi, la serpe bianca venne vista come una figura protettiva sia contro gli insetti, sia contro le forze oscure e ingannatrici e, per questo motivo, venne posta a protezione di diversi edifici.
Conoscevi già la leggenda della serpe bianca di Chiavenna? Fammi sapere cosa ne pensi!
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