Genova è una città aristocratica, con un passato davvero splendente. La sua storia antica è caratterizzata da famose leggende e da racconti su strani personaggi che, a detta di molti, è ancora possibile incontrare tra i caruggi e le piazze della città.
Perciò andiamo insieme a leggere le Leggende più famose della città della Lanterna.
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Leggende Genovesi: La Vecchina di Vico Librai
Si chiamava Maria Benedetti ed è deceduta nel 1944, a causa di un malore, mentre rientrava nella sua casa di Vico Librai. Le sue spoglie sono ancora conservate al cimitero monumentale di Staglieno e si dice che la sua anima vaghi ancora tra i vicoli di Genova alla ricerca della sua casa e della sua via. Vico Librai, infatti non esiste più, fu raso al suolo durante la seconda guerra mondiale. La vecchina, spaesata, non lo sa e chiede ai passanti indicazioni per raggiungere la sua abitazione.
Le sue apparizioni sono molto frequenti tra Natale e Capodanno e avvengono precisamente ogni 5 anni. Sono molte le storie di chi dice di averla incontrata e di averle parlato ma, alcuni genovesi, conservano addirittura degli oggetti che la signora ha regalato loro dopo aver ricevuto un aiuto. Banconote del 1943, l’immagine di un santo ed alcune monetine.
I genovesi sono molto affezionati alla loro vecchina e sono riusciti ad identificarla anche grazie all’aiuto di una medium.
La Profezia dell’Albero di Melograno
Ci troviamo nel centro storico genovese, ai piedi di un palazzo storico: Palazzo Ottavio Imperiale, conosciuto dai genovesi come il Palazzo del Melograno. Sul balconcino, che è situato proprio all’ingresso del palazzo, sorge incredibilmente un albero di melograno. La leggenda narra che un seme di melograno sia stato trasportato dal vento e lasciato proprio lì e in quel luogo, trovando terreno fertile, iniziò a prosperare.
I genovesi credono che a quell’albero sia legata una profezia sul futuro della loro città. Finché l’albero crescerà forte e rigoglioso, così Genova. Se invece si ammalerà o morirà, decreterà la fine della città e la sua eterna rovina.
Leggende genovesi: Piazza dell’Amor Perfetto
Nella zona di Piazza della Borsa, quindi nella Genova più antica e caratteristica, sorge una piazza dal nome particolare, Piazza dell’Amor Perfetto. Molti pensano che il suo nome (e la sua fama) siano legate alla prostituzione ma la sua storia è invece molto romantica.
Pare che nel 1502 Luigi XII Re di Francia, raggiunse Genova per una breve visita. In questo frangente, conobbe Tommasina Spinola, una nobildonna che intrattenne il Re tra chiacchiere e dolci sguardi. Pare che tra i due scoppiò un vero e proprio colpo di fulmine ma il Re fu presto obbligato a far ritorno in patria. I due si separarono e poco dopo Tommasina fu raggiunta dalla notizia che il Re era morto in battaglia. La povera innamorata si lasciò morire, in nome dell’amore che provava per Luigi XII.
In realtà la notizia era falsa e il Re tornò a cercare Tommasina, scoprendo la verità sulla sua morte. Fu proprio in quel momento che pronunciò la famosa frase “sarebbe potuto essere un amore perfetto” e a quella frase fu intitolata proprio questa Piazza.
Leggende genovesi: San Siro e il Basilisco
Si racconta che intorno all’anno 300, Genova e i suoi cittadini fossero perseguitati da un basilisco, che infestava la città e l’aria con il suo alito pestilenziale. Sfiniti dalla situazione, chiesero aiuto al loro Vescovo, che all’epoca era Siro, mostrandogli il pozzo dove il basilisco viveva. Il Vescovo Siro, dopo un lungo digiuno e un ritiro di preghiera e meditazione, si calò in quel pozzo per affrontare personalmente il basilisco. Portò con sé un secchio e, incredibilmente, l’animale ammansito dalle parole di Siro, entrò nel secchio e lasciò il pozzo. Allo stesso modo, Siro portò il secchio in mare e ordinò al basilisco di andarsene per sempre, liberando così la città dalla sua maledizione.
Il Pozzo del basilisco non esiste più ma oggi in Vico San Pietro della Porta si trova una lapide che recita:
“Qui si trova il pozzo dal quale il Beatissimo Siro, arcivescovo di Genova, fece uscire il terribile serpente di nome basilisco.”
Leggende genovesi: Il bambino di Via Luccoli
Non camminate in via Luccoli, se siete di cattivo umore. Perché potreste incontrare un fantasma. Stiamo parlando del bambino di via Luccoli, un fantasma che appare alle persone tristi con l’intenzione di rasserenarle.
Ma qual è l’origine di questa leggenda? Via Luccoli prende il nome dal latino Luculum, e cioè bosco sacro. Pare infatti che in questa via, anticamente, sorgesse un bosco nel quale si svolgevano antichi riti propiziatori… e sacrifici umani. Il piccolo di via Luccoli potrebbe essere una delle tante vittime di quei riti e potrebbe essere rimasto su questa terra con lo scopo di rendere felici gli altri.
Molte delle persone che l’hanno incontrato raccontano di essersi sentiti sereni, sollevati e di aver dimenticato per un attimo i loro problemi.
Leggende genovesi: Le ombre di Campopisano
“Chi vuol vedere Pisa, vada a Genova!” è questo un detto molto antico che si riferisce alla Battaglia della Meloria, vinta dai Genovesi e combattuta contro i Pisani. Le due repubbliche marinare vivevano una grande rivalità e, alla fine della battaglia, la flotta genovese portò con sé circa 9000 prigionieri pisani, sistemandoli appunto a Campopisano. Proprio in questo quartiere, i pisani vissero e morirono, e furono seppelliti proprio nella Piazza di Campopisano.
Si racconta che nelle notti di mareggiata gli spiriti dei pisani attraversino questa piazza in catene, prigionieri per l’eternità.
Ad una prima occhiata non sembrerebbe un luogo così macabro. Campopisano infatti è uno degli scorci più colorati della vecchia Genova.
Leggende genovesi: La Lanterna di Genova
Terminiamo il nostro approfondimento con il vero simbolo della città, la sua Lanterna. Si racconta che il costruttore del faro più antico e grande del Mediterraneo, sia stato ucciso e gettato proprio dalla sommità della sua Lanterna.
Questa leggenda ha due versioni, la prima vuole che i genovesi, colpiti dalla bellezza di questa costruzione, uccisero il suo ideatore per evitare che costruisse altri fari per altre repubbliche.
La seconda versione, invece, è la più folkloristica e crede che il costruttore del faro sia stato ucciso dai genovesi per non dover pagare i suoi servizi.
È proprio da questa antica leggenda che avrebbe origine la famosa tirchieria degli abitanti della Superba e dei liguri, in generale.
Conoscevate queste leggende legate al capoluogo ligure? Quale vi ha colpito maggiormente?